ESPOSIZIONE DAL 7 AL 15 MAGGIO : OGGETTI DISEGNATI DA MUSEO DELL'ARTE CONTADINA DI ORSARA BORMIDA (AL) DA ALUNNI ISA (2B) La memoria è ciò che costruisce l’identità culturale di un individuo o di una comunità: ognuno di noi la raccoglie per il tramite delle sue attività come evidenza e coscienza ma anche come sostrato, e forze che dispongono all’azione. Il raccogliere le esperienze precedenti non sarebbe possibile senza l’uso dello sguardo attento e raccolto sia psicologico, sia fisico, sia indagatore. La costruzione di una rappresentazione del mondo interiore e della sua ricchezza, ma anche della comunicazione con gli altri, è una ricerca ed un’esposizione (il primo è un aspetto indagatore, il secondo una cifra del sociale e della comunicazione). Nell’insieme tanti possono essere i segni ad indicare un percorso possibile. Una direzione facile da seguire oppure indeterminata e tortuosa fino a condurci anche al possibile smarrimento. Le esperienze del passato rimangono inespresse se I fili della memoria non vengono riconnessi ad una trama coerente di sensi e di significati per il presente. Esse possono divenire palesi e chiaramente visibili se si compie un lavoro di ricerca e risistemazione fino ad un restauro della sintassi presente con coerenza in quel percorso o in quella testimonianza. La memoria funziona per “scivolamento” di associazioni di idee ma anche per ricerca di fondamenti , di costruzione gerarchica di oggetti, sia pragmatici sia ideali. I fili della memoria possono, inoltre, aprirsi al dialogo oppure rimanere imprigionati nella propria incomprensione . E’ questo che la prof.ssa D. Tono, insieme ai suoi alunni della 2B ISA ha cercato di fare aprendosi al dialogo con il territorio, recuperando oggetti raccolti in un museo d’arte contadina di un piccolo ad Orsara Bormida, per farli conoscere ai suoi studenti, attraverso l’arte del Disegno dal vero. La finalità del gruppo di lavoro è stata duplice: far conoscere il museo dell’arte contadina di Orsara e permettere ai suoi studenti di vedere negli oggetti rappresentati ciò che di ineluttabile essi contengono dal punto di vista della comunicazione e della memoria una volta dissepolti da una sintassi espositiva per realizzarne un’altra nuova con le tecniche del disegno. Da un oggetto all’altro dunque per richiamarne con la memoria il loro valore storico e culturale ma per crearne un altro nuovo e diverso realizzato dagli studenti. Così D.Tono: “la copia dal vero è una serie di azioni che hanno come risultato la trasformazione della realtà oggettiva in soggettiva. E’ conoscenza delle cose attraverso l’approfondimento della conoscenza di se stessi. Ogni artista deve ricercare il proprio segno grafico. Ogni segno è unico, come un’ impronta digitale, come il timbro della voce di un individuo. Per arrivare ad esprimere il proprio segno occorre sciogliere la rigidità del tratto attraverso tanto e costante esercizio, accostando il rigore all’elasticità, la concentrazione alla capacità di estraniarsi. Il linguaggio artistico è efficace, scorrevole, fluido, comprensibile solo se alla base si ha un’ approfondita conoscenza degli strumenti, dei supporti, dei colori, delle vernici”. Quanto realizzato dagli studenti della IIB verrà esposto nella sala delle esposizioni di palazzo Chiabrera dal 7 al 15 maggio 2011 con apertura tutti i giorni dalle 15 alle 19. Alcuni studenti ci hanno voluto lasciare la loro testimonianza: Raluca Taschina: “Siamo andati ad Orsara al museo dell’arte contadina per un concorso e lì abbiamo scelto degli oggetti da disegnare. Oggetti che ci sembravano interessanti perché, ora, non sono più utilizzati. Abbiamo pensato che fosse una buona occasione per far conoscere il museo di Orsara. Si è trattata di un’esperienza interessante perché si disegnano oggetti che appartengono al passato. Disegnarli è un modo per conoscerli e viverli. Monti Elena: “questa esperienza, la chiamiamo “esperienza d’Orsara”. Bella esperienza soprattutto il raggiungimento della rappresentazione degli oggetti è passata attraverso l’apprendimento delle tecniche di studio nella rappresentazione del Disegno dal vero per l’anno in corso. DI più è stato divertente perché si è lavorato insieme e lavorando insieme si impara divertendosi. Erika Grasso: esperienza è nuove cose che si imparano. E’ bello sentirsi realizzati per un disegno rivissuto. Difficoltà ce ne sono state. Infatti bisogna fare diverse prove perché non subito il tratto riesce come lo si vorrebbe. E’ necessario trovare il proprio tratto, quello personale, che permette di raggiungere,poi, il risultato. Quando ciò riesce poi si procede molto velocemente. Bisogna anche saper scegliere le matite da utilizzare. La soddisfazione di riuscire a realizzare il manufatto è quella della sua realizzazione in una “nuova dimensione”, quella vista dal nostro occhio in relazione alla luce che investe l’oggetto. Jessica Giglio: lo stare insieme permette di risolvere le difficoltà con il metodo cooperativo. E’ bello stare tutti insieme ed il tempo passa, così, piacevolmente. Serena Lauriola: la caffettiera napoletana pur nella sua semplicità è difficile da eseguire. Luci ed ombre (concetti difficili perché bisogna innanzitutto vedere da dove arriva la luce). Per l’anno in corso ci siamo abituati ad usare di più la matita. Occorre anche considerare che realizzare un progetto è difficile perché occorre lavorare insieme. Il gruppo è la prima cosa da creare. Poi occorre imparare le tecniche. Occorre molta attenzione da parte di tutti ma alla fine ci si sente meglio. Ci si sente come se si fosse giunti sulla vetta. Abbiamo anche imparato la difficile tecnica dell’olio e quella più facile dell’ecoline (colori ad inchiostro solubili in acqua ). L’uso dell’olio è difficile perché bisogna trovare la giusta diluizione con l’acqua ragia e con l’olio di lino. Il colore troppo denso o troppo liquido non va bene e poi la pennellata non deve lasciare il segno. Gli studenti intervistati concludono che questa esperienza e la successiva esposizione a Palazzo Chiabrera ad Acqui Terme, oltre a far conoscere l’istituto servirà anche a far conoscere Orsara Bormida ed il suo suo museo di arte contadina. Disegni Gli oggetti prescelti sono di Alluminio (metallo molto usato nel passato perché meno costoso). Gli studenti hanno lavorato principalmente su una caffettiera napoletana, un bollitore,un recipiente per scaldare il latte ed una padella utile per tostare il caffé.)- Esposizione dei disegni sul museo dell’arte contadina di Orsara B.da: Somazzi Maurizio (acrilico e carboncino su cartone e ecoline su F4, acrilico e carboncino su cartone ). Colori: ocra, verde grigio, luci ed ombre si incrociano sugli oggetti con uno sfondo ocra (tavolino su cui poggiano gli oggetti). Lauriola Serena sceglie colori freddi, grigi, sfondo blu. Ricerca anche nelle linee di forza degli oggetto rappresentati un loro inconsapevole movimento. Cossa Lorenzo, acrilico su cartone: blu primo piano su verde, tavolino giallo e blu con del verde. Zanoni Michael acrilico su multistrato: viola , verde acquamarina sullo sfondo. Somazzi Maurizio (olio su cartone). Taschina Raluca, olio su multistrato. Monti Elena, tecnica mista: matita su china. Padella per tostare il caffè, scaldacqua, recipiente : tecnica mista, matita e china. Gigli Jessica matita su F4. Gioco di ombre sullo sfondo di pannelli oscuri. Nalini Molinelli lavora alla creazione di una fitta rete di maglie per creare sfondo e giochi di luce. Sobrato Emi, ricerca la tridimensionalità facendola emergere potente con la sua matita EMI. Ferrara Brigitta, matita su F4: maggiore densità, minore densità: ricerca di opposizioni. Taschina Raluca. Gli oggetti prescelti assumono un rilievo ed un’importanza preponderante, in primo piano. Grasso Erika matita su F4. D’Onofrio Roberta, matita su carta. Ulber Rist, matita su carta, tostacaffè: ricerca ed idea di movimento. Il preside dell’Istituto “Parodi” il prof. Nicola Tudisco così riferisce alla redazione: “c’è chi dice che lo stupore non possa essere raccontato agli altri perché frutto di un’illuminazione interiore o di un’intuizione. E’ possibile, ma è altresì vero che quando ci stupiamo ridiventiamo fanciulli, ci meravigliamo e meravigliandoci rimaniamo sbigottiti, affascinati e sentiamo il desiderio di condividere con altri l’esperienza vissuta. L’esposizione che avrà luogo dal 7 maggio a palazzo Chiabrera vuole mostrare a tutti, ma in particolare agli alunni della scuola media, di quanto sia importante lo stupore, la meraviglia e di come essa possa condurre a superare ostacoli molto rilevanti come quelli della rappresentazione con una matita o con colori essenziali, oggetti della memoria collettiva integrati nella memoria di queste aree e nella fattispecie della tradizione contadina”. Albrecht Dürer scriveva: “Poiché l'arte, in verità, è dentro la natura, chi è capace di trarla fuori, la possiede”. Qui l'estrarre è cogliere il tratto col tiralinee sulla carta. Chi non ricorda le famose scarpe di Van Gogh? Chi potrebbe dire dove esse si trovino realmente? In maniera molto più umile i ragazzi della IIB ISA hanno cercato di comprendere che la sottrazione di un mondo, quello contadino, o la sua scomparsa non sono fenomeni reversibili e ciò che loro hanno fatto con il loro lavoro non è il ricopiarlo ma il ricrearlo nuovamente.
Progetto Educazione alla salute "Educazione Alimentare" |
Sito realizzato nell'ambito del progetto "Un CMS per la scuola" di Porte Aperte sul Web, Comunità di pratica per l'accessibilità dei siti scolastici - USR Lombardia.
Il modello di sito è rilasciato sotto licenza Attribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo 3.0 Unported di Creative Commons.
https://form.agid.gov.it/view/bb048270-73c8-496a-b664-3111c0e8ca9d