Mi rivolgo agli organizzatori del concorso “Ciro Coppola”, alla giuria che ha scelto le liriche selezionate e quella vincitrice per rivolgergli il mio grato saluto da questa piccola storica città termale, Acqui Terme. Un’antica città termale romana, Acquae statiellae che grazie al premio entra in relazione con un’altra antica città termale Casamicciola, situata in un’isola illuminata dalla bellezza, antica colonia greca, tra le prime d’Italia , Pitecussa. Mi ha colpito l’estensione che ha raggiunto in fama e conoscenza il premio valicando i confini nazionali espandendosi all’Europa intera. Europa che, se con fatica, sta ricercando l’unità politica, per contro, con evidenza ci mostra una gioventù votata alle espressioni immediate del sentimento, dell’unità del sentire, della libertà che, in uno spazio senza più dogane, raccoglie i nuovi gusti culturali delle nazioni. Questo premio letterario è un premio in memoria di un giovane che per uno sfortunato incidente non ha potuto vedere realizzate le sue aspirazioni culturali e sportive ma che già nel 1974 aveva fondato un’associazione culturale pensata per i ragazzi giovani, per il loro stare insieme, per il loro godere, pienamente, della creatività, della condivisione e dello stare insieme culturale e sportivo. La bellezza che esprimono i giovani, i ragazzi sta nell’immediatezza del linguaggio e del messaggio che comunicano quando condividono il tempo, ma, anche quando si rivolgono al mondo degli adulti ed alle attese che essi ripongono nel loro presente verso il loro futuro. E’ con interesse che ho ricevuto il bando e l’ho trasmesso agli studenti del mio Liceo perché ritengo che la poesia sia una delle arti più semplici e difficili nello stesso tempo. E’ una cosa semplice perché ognuno di noi esprime attraverso il canto e la parola i propri sentimenti, negativi o positivi che siano. E’ una cosa molto difficile perché la parola non sempre riesce ad esprimere in maniera propria, completa e dovuta l’esigenza di creatività presente in ognuno di noi con ritmo, coerenza e forza dell’espressione. Il filosofo tedesco M.Heidegger diceva che il parlare poetico è l’espressione più elevata che l’uomo può produrre per avvicinarsi al mondo ricco di misteri e di significati nascosti alla ragione che è l’essere. In “In cammino verso il linguaggio” egli parlò del parlare poetico elevandolo alla massima espressione posseduta dal linguaggio per rendere viva, dopo l’intuizione, una rappresentazione concreta presente ed artistica della sua ricerca. Oltre e ben al di là della razionalità posseduta dal linguaggio filosofico. Un’espressione massima della poesia italiana del XX secolo, E.Montale, rifletteva nel momento in cui gli veniva consegnato il premio nobel per la letteratura sul valore della poesia in questo mondo contemporaneo e se essa avesse ancora un senso ed un significato. La sua risposta fu, in quell’anno, il 1975, inequivoca, basta una foglio di carta ed un lapis per esprimere un’arte così profonda, antica e coerente dell’animo umano, in opposizione alla cultura del supermercato dove anche la cultura è una merce che si compera e si vende al “mercato degli uomini piccoli”. Per lui la poesia era creazione, ragione, visione, messaggio e forza della parola. Non necessariamente sentimento o per lo meno non soltanto sentimento. Oggi, mi rivolgo qui ad un consesso di persone che si sono trovate a selezionare, tra migliaia di componimenti, quelli scelti come i migliori e poi tra quelli selezionati hanno individuato la poesia risultata vincitrice. Loro hanno svolto un grande lavoro muovendosi e districandosi nelle espressioni dell’animo umano di questi giovani ragazzi nello sforzo di raccogliersi e dare alla luce un componimento poetico. Il loro lavoro è stato molto onorevole perché si sono inchinati verso l’animo umano ed al suo declinarsi verso la bellezza. La poesia, loro l’hanno visto, diminuisce anche le distanze culturali che esistono tra le ideologie, le lingue, le culture, le regioni e le nazioni. Questo è un suo grande merito. Questo è il suo grande valore. Lo sforzo che hanno fatto questi ragazzi per ricercare con le sinestesie la scomposizione dei sensi, il loro percepire le immagini dell’anima, del suo sentire, del suo sperare o del suo disperare è stato l’elemento che, mi immagino, ha reso grato il lavoro della commissione che ha valutato le liriche. Nei componimenti compare la natura come luogo dell’esistenza. Anche questo è un dato ineluttabile: non esiste separazione tra il nostro io e il luogo dove questi si sviluppa, dove si vivono e si creano le situazioni della vita e dell’umana avventura. L’idillio leopardiano è un luogo dell’esistenza dove si realizzano le speranze,si concretizzano le illusioni volgendosi talvolta in disillusioni talaltra in progetti di ricerca della felicità. I giovani e freschi ricordi dei nostri ragazzi che certamente compaiono nei loro componimenti hanno la forza dirompente dei suoni che nella viva e presente memoria possono rendere crespe e musicali le onde di questo bel mare d’Ischia. Il loro ricorrere al desiderio con il fresco svolazzare dei loro versi, come farfalle, in aria di primavera, ad immagini di rinnovato stilnovismo, rinnova la forza e la presenza dell’amore come elemento principe e cardine dell’esistenza umana. Non appare inutile ricordare la brezza leggera delle immagini che sfiorano le guance di questi nostri giovani poeti inserendole nel libro artistico del loro io e delle nuove emozioni che si rinnovano ad ogni nuova loro lettura nel verso e nella poesia loro propria, della loro vita. Quegli scogli salati di questa bella isola, del suo monte Epomeo affascinante, mitico e a picco sull’immenso specchio azzurro di questo golfo di mare e di bellezza sono il luogo adatto per onorare la creatività di questi ragazzi. Il mio augurio è rivolto al presente di questi ragazzi, di questi giovani poeti, ma, anche al futuro di questo premio letterario che esso possa svilupparsi, crescere ancora, vivere e ricevere con la forza anche di una pubblicazione di tutte le poesie vincitrici una conoscenza ancora maggiore di quella che già oggi ha e che la stessa presidenza della repubblica ha onorato con il suo alto patrocinio. Nicola Tudisco, Dirigente Scolastico del Liceo “G.Parodi” di ACqui Terme (AL)
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