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Leggere libri
Leggere opere integrali è utile all’arricchimento dello spirito, allarga gli orizzonti delle proprie esperienze personali, fornisce elementi strutturali per dare luogo all’edificio della propria personale cultura, fornisce modelli interpretativi della realtà, esemplifica modi di un vissuto quotidiano altro dal nostro o in affinità alla nostra maniera di leggerlo e viverlo.
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La scrittura
Per il tramite della scrittura si è resa possibile la conservazione delle idee, il loro miglioramento, la loro ripresa, il loro superamento, il loro oltrepassamento. Con ciò la tradizione orale non è stata eliminata. Non deve essere eliminata in quanto assolve ad altre esigenze della cultura e della trasmissione del sapere. Scrivere è rappresentare ad altri con l’atto dell’impegno e con l’esercizio della lettera situazioni, fatti, emozioni, esperienze, idee e progetti.
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La lettura
E’ l’altra polarità della scrittura. Se c’è chi scrive, c’è anche chi legge. E chi legge scrive o può scrivere a sua volta. Sono due elementi bipolari del processo conoscitivo: l’uno non impedisce l’altro. L’uno richiede all’altro di intervenire per poter continuare a far esistere il processo. Non è possibile scrivere senza aver letto. “I libri si parlano tra di loro”, scrive J.L.Borges. Come non è possibile dipingere senza aver studiato o “letto” i dipinti che ci hanno preceduto.
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Le opere
Le opere letterarie sono il risultato di un lavoro lungo, difficile ed arduo di ingegneria del testo. Manzoni ha lavorato al suo romanzo principe circa venti anni. Balzac per rappresentare la sua “Commedia Umana” , studiava scientificamente i fatti , le persone, l’ambiente sociale integrandoli con la realtà fatta di oggetti, di cose, di odori, di colori e di sapori. Proust scriveva trecento pagine per raccontare di tre ore del suo vissuto e poi venti anni di storia personale li chiudeva in cinque righe. Dostoevskji è entrato nell’anima dei suoi personaggi rintracciandovi, nella sua complessità, gli inestricabili sentieri del conflitto, del senso di colpa, del dolore e del castigo. Flaubert prima di parlare di un fiore lo studiava per anni. Quando ha scritto di storia, si è documentato, è andato sui posti, ha studiato, quando ha studiato e capito ha rappresentato con l’arte letteraria: realismo della parola che aggiunge elementi alla realtà e la fa nuova. Zola ha trasformato la scrivania dello scrittore in un laboratorio di anatomo-patologia. La realtà letteraria è divenuta relazione causa-effetto per cui i figli pagano le colpe dei padri. L’intelligenza è risolutrice dei problemi quando ne ha compreso la natura, le ragioni e le motivazioni. Svevo ha indagato la natura umana nell’indefinibile raccogliersi di verità e bugia all’interno della stessa persona. Montale ha parlato per sessant’anni con i suoi versi scrivendo un unico libro, fatto di “sei capitoli” che è la creazione poetica del divenire della parola, del canto dell’io che spera e si sgomenta di fronte all’ineluttabilità delle vicende umane, della storia, che sfida le tante e sconfortanti vicende della vita.. E così via…
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L’invito
Leggere un’opera integrale significa entrare a contatto con il mondo di chi ha scritto, generato e creato quell’opera. Significa vederne l’inizio, il prosieguo e la fine. Significa mettersi in gioco: stancarsi, entusiasmarsi, appassionarsi, leggersi, confrontarsi e comprendersi. Oggi viviamo la realtà delle immagini e dell’ipertesto. Viviamo la comunicazione con frenesia. Giungiamo a casa e con ansia apriamo la posta elettronica, ci mettiamo alla tastiera e rispondiamo. Entriamo in face book e giochiamo, comunichiamo, scherziamo con un universo plurale di individui. Prima migliaia, ora centinaia di milioni. Però, un’opera letteraria nella sua unicità è insostituibile. Come sono insostituibili i fogli e la carta di cui materialmente è fatta. Il fruscio delle pagine che scivolano le une sulle altre. Gli appunti e le meditazioni. I vuoti di pagine lette e di non ricordarvi pochi o nessun concetto. La necessità di ritornare, come i gamberi, indietro e di rileggere. C’è chi dice che nella sua vita ha letto più volte la stessa opera. Chi ne ha fatto l’esperienza vi ha trovato ogni volta cose diverse o cose in più che non vi aveva scorte ad una prima lettura. Quando si può dire di aver terminato la lettura della “Comedia” di Dante? Quando si può dire che il mondo di Macondo di “G.G.Marquez in “Cento anni di solitudine” sia stato compiutamente compreso? C’è chi ha letto quell’opera due, tre, quattro volte e più ed ancora prova il piacere di rileggerla a distanza di tempo. Le opere di genio non esauriscono il loro compito mai: sono millenarie come le idee ed i concetti che esse esprimono. Non si rinunci al piacere di avvicinarsi alle grandi opere e di leggerle.
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Leggere libri
Frequentate le nostre biblioteche. Leggete libri. Non smettete di leggerli. Lì ci sono le idee. Lì si incontrano i motivi, il prolungamento della nostra esperienza, le esperienze fatte da altri, l’ispirazione, il confronto, il miglioramento ed il superamento. Nessun uomo d’arte, pittore,regista o letterato ignora quanto è stato scritto prima di lui. Lo ricerca, lo riconosce e ne trae di lì una fonte per l’espressione e la creatività. Non serve leggere centinaia di opere. A volte alcune fondamentali sono significative ed importanti per tutta la nostra esistenza. Non rinunciamo alla possibilità di avere accanto a noi, dentro di noi la ricchezza che ci nutre, la bellezza che da un momento all’altro si può schiudere o che si è già schiusa ma che ancora non lo sappiamo. Leggiamo opere integrali per fronteggiare gli inevitabili “inverni dello spirito” che incontreremo lungo i sentieri dell’umana nostra avventura.
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Buon anno 2010 a tutti gli studenti dell’IIS “G.Parodi”!
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