Un primo augurio è rivolto alla speranza di avere un mondo di pace nella consapevolezza che la guerra, come suo terribile e temibile contrario, significa morte. Morire significa porre fine all’esistenza ed alla possibilità di conoscere. La pace, come una casa, la si deve prima progettare e poi costruire. Nessuno è più importante delle nuove generazioni, dei giovani e degli studenti per apportare il contributo alla sua costruzione. Un secondo augurio è rivolto alla condivisione ed all’amicizia. Soltanto condividendo con gli altri sensazioni, emozioni, stati d’animo e spazi personali si può sperare nella felicità. Non esiste, infatti, una felicità fatta di individui che vivano la loro vita in solitudine. La comunità umana ed il mondo che la ospita sono i luoghi di realizzazione della felicità. Un terzo augurio è rivolto all’ascolto degli altri. Non ci si deve lesinare mai di cercare di capire gli altri. La mente è ingannevole ed a volte ci fa ritenere problemi o situazioni di altri fatti od emozioni che invece sono soltanto nostri. Conoscendo noi stessi, prima di tutto, possiamo sperare di conoscere bene gli altri amandoli per le loro debolezze, poiché le loro mancanze possono essere anche le nostre; basta pensare che gli altri, come noi, condividono l’esistenza in questo mondo. Un quarto augurio è rivolto ed è pensato all’amore. A Natale questa parola è di casa perché la figura storica di Gesù è un’immagine di amore, di speranza e di affrancamento dal conformismo. L’augurio è che esso si muti in forza viva, presente, costante e che le sue diverse manifestazioni possano darci una qualità di vita migliore: “Benigna volontade in che si liqua/Sempre l’amor che drittamente spira” (Dante, XV, Paradiso, vv.1-2). Un quinto augurio è rivolto a chi in questo momento vive situazioni difficili o disperate, affinché possa con l’aiuto di chi lo ama accettare le difficoltà e superarle: conosci te stesso, significa, forse, anche questo. Un sesto augurio è rivolto a tutti coloro che sentono forte lo spirito della vita e che lo vogliono sempre sostenere ed estendere a tutti i luoghi bui del mondo per illuminarli e pervaderli di positività. Un settimo augurio è rivolto ai docenti che con la loro diversità, impegno e dedizione offrono attraverso di sé , lo specchio dell’umanità, la sua varietà, il piacere della conoscenza che si trasmette. Un ottavo augurio è rivolto agli studenti che con la loro garbata gioventù spandono entusiasmo, allo spazio attorno a sé, donandogli bellezza, colore e calore. Un nono augurio è rivolto al Preside ed alla sua pazienza all’ascolto: che possa egli crescere in razionalità, virtù e temperanza, grazie anche ai propri errori ed ai saggi consigli degli altri. Un decimo augurio è rivolto ai genitori dei nostri studenti: che possano essi giovarsi dell'entusiasmo e delle passioni dei loro figli per meglio accettare e superare le disillusioni dell'età adulta. Nicola Tudisco, Dirigente Scolastico del Liceo “G.Parodi” di Acqui Terme (AL)
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